Con molto ritardo, causato da problemi tecnici (e qui siamo al contrappasso...) eccoci al quarto giorno del calendario. aemiliadventskalender
Poichè sono irrimediabilmente autoreferenziale oggi vediamo una mia lettera di diversi anni fa pubblicata sulla rubrica di Bartezzaghi di Repubblica.
A chi piacciono i giochi di parole consiglio vivamente di darsi un'occhiata alla rubrica che si chiama Lessico e Nuvole.
Questo il testo.
Cara Emilia, il nome dovrebbe essere qualcosa come devocalizzazione. E' un nomaccio, ma ci ricorda che l'antica scrittura ebraica riportava solo le consonanti, usando puntini per le vocali, e dunque andava poi "vocalizzata". Noi, così, facciamo il procedimento inverso.
C'è un gioco del genere sulla Settimana Enigmistica.
I lettori di Giampaolo Dossena ricorderanno giochi fatti invece sulle vocali, in cui occorreva inventare versi che utilizzassero lo stesso schema vocalico di versi famosi. Per esempio, Cameretta che già fosti un porto, diventava Passeretta che già fosti un tordo; e Canto l'armi pietose e'l capitano diventava Vanno tardi Piedone e Calibano. Oppure l'epica del bacedifo, a cui Dossena ha anche dedicato un libro (Garibaldi fu ferito, Il Mulino 1991).
Lei devocalizza solo per ammirare la simmetria degli schemi consonantici, e io ammiro molto questa sua vocazione all'astrattismo linguistico. Ma naturalmente il bello viene quando si rivocalizza in modo alternativo. Per esempio, la frase pisana - che penso di aver intuito - potrebbe riguardare Totti, una parte anatomica femminile, la città di Lecco, un luccio, il saluto ciao, l'olio, le poppe - che qui sono nominabili, visto che tutti e due abbiamo deciso di essere pudichi - i pioppi: Totti, Lecco ci lappa i piè , e via dicendo. Un verso trasformato così diventa: "Se imprecar mi fa quest'ira macellaia". Facile da indovinare, no?
Scusi la curiosità, ma non starà per caso leggendo il nuovo romanzo di Tommaso Pincio, La ragazza che non era lei (vedi Mind Games) ? No, perché lì c'è appunto un personaggio che parla senza usare le vocali.
E qui il link diretto sul sito di Repubblica.
ps: quel libro, poi, non era un granchè.
© aemilia.
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