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Viaggiando di link in link oggi sono finita sul blog della sorella di una mia amica. Una che non ho mai conosciuto, ma ha l'età del mio fratello.
Riportava un brano di Lessico famigliare, che ora mi tocca riportare anche a me, sennò non si capisce dove voglio andare a parare.

Noi siamo cinque fratelli. Abitiamo in città diverse, alcuni di noi stanno all'estero: e non ci scriviamo spesso. Quando c'incontriamo, possiamo essere l'uno con l'altro, indifferenti o distratti. Ma basta, fra noi una parola. Basta una parola, una frase: una di quelle frasi antiche, sentite e ripetute infinite volte, nel tempo della nostra infanzia [...]. Una di quelle frasi o parole, ci farebbe riconoscere l'uno con l'altro, noi fratelli, nel buio di una grotta, fra milioni di persone. Quelle frasi sono il nostro latino, il vocabolario dei nostri giorni andati, sono come i geroglifici degli egiziani o degli assiro-babilonesi, la testimonianza di un nucleo vitale che ha cessato di esistere, ma che sopravvive nei suoi testi, salvati dalla furie delle acque, dalla corrosione del tempo. Quelle frasi sono il fondamento della nostra unità familiare, che sussisterà finchè saremo al mondo, ricreandosi e risuscitando nei punti più diversi della terra".

Natalia Ginzburg

Ecco, a me questa cosa, ha fatto venire in mente la pergola.
La pergola è un pratico intreccio di viti rampicanti che riparano dall'ombra, ma è anche, nel "mio" lessico famigliare, un'espressione che si potrebbe tradurre con "capire fischi per fiaschi" oppure "dove vai? sono cipolle".
La pergola è nata una volta che venne Roberto a trovarci ed eravamo in giardino. Comparve mia madre e Roberto le disse "Qui ci starebbe bene una pergola".
Mia madre la prese, non si sa per quale oscura ragione, come un rimprovero per essere scesa tardi e iniziò a giustificarsi.
La pergola mi fa ancora ridere di gusto come quella volta. E penso che a sentir parlare di pergole, sia a me che a mio fratello, verrà sempre in mente questa scena di Roberto e di mia madre.